
Stefano Canali, ricercatore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano che si occupa di filosofia della scienza nell’ambito del progetto PNRR FAIR, ha pubblicato su Nature una lettera sull'uso di Intelligenza Artificiale (AI) per la sintesi di evidenze scientifiche e la scelta di politiche pubbliche, scritta in collaborazione con Francesco Barone-Adesi dell'Università del Piemonte Orientale.
L'IA ha grande potenziale nell'ambito delle politiche pubbliche basate sull'evidenza (evidence-based policy), ma la lettera sostiene che non dovremmo pensare che possa creare politiche scevre da giudizi e valori. I sistemi basati su IA non sono immuni dall'influenza di giudizi, valori e bias – anzi, le loro caratteristiche black-box rendono più opaco e difficile il compito di esaminare questo genere di influenza nella formazione di evidenze. È quindi rischioso pensare che usare l’IA equivalga a usare uno strumento neutrale e semplicemente oggettivo, soprattutto nel momento in cui si usa per prendere decisioni politiche, dove è molto forte la tentazione di etichettare le scelte politiche come neutrali perché "seguono la scienza".